Nuovi modelli per l’industria
Non si tratta naturalmente di un processo valido per la produzione industriale, visto che i tempi di deposizione non sono rapidissimi, ma l’idea di personalizzare un prodotto presente in commercio e la possibilità di produrlo da sé può sicuramente agevolare un’idea che i produttori di alimenti stanno da tempo perseguendo: la produzione on demand.
On demand manufacturing
Dallo Spazio alla galassia sanità
Small Business Innovation Research della Nasa), quando Contractor era impiegato come Senior Mechanical Engineer presso la texana Systems and Materials Research Corporation (SMRC). Il progetto richiedeva, appunto, la costruzione di un prototipo di stampante 3D per uso alimentare, che potesse equipaggiare le astronavi in viaggio nello spazio profondo, pensando naturalmente alle prossime missioni su Marte.
Ma per creare cibo al di fuori della nostra amata Terra, la quantità di materia prima da
portarsi dietro sarebbe comunque un grande scoglio da superare. Allora, perché non
creare le basi per una generazione spontanea di elementi naturali, magari usando la
stampa 3D per agevolarne i processi di crescita?
È questo il concetto che sta alla base di un progetto portato avanti da qualche tempo da una food designer e ricercatrice olandese: Chloé Rutzerveld. La lungimirante ricercatrice ha sviluppato – con il supporto dell’università tecnologica di Eindhoven – un progetto denominato Edible Growth (crescita commestibile), uno snack “sano e sostenibile” usando l’aiuto della stampa 3D: salatini su cui crescono spontaneamente germogli e funghi commestibili, capaci di offrire nutritivi sani e ricercati anche a chi si trovi a viaggiare a un milione di chilometri dalla superficie terrestre.
Un modello sicuramente da seguire, al momento ancora alle sue fasi embrionali (il progetto della designer di Eindhoven deve comunque molto alla tradizione belga e dei Paesi Bassi relativa allo sviluppo delle colture idroponiche), ma che sicuramente avrà ricadute importanti nel prossimo futuro.
Tornando sulla terra, dosaggi precisi, riduzione degli sprechi, analisi accurata dei nutritivi e, soprattutto, la possibilità di creare cibo di consistenza diversa a seconda delle necessità sono esigenze di chi ha a che fare con i pazienti delle strutture ospedaliere: pazienti con limitate capacità di masticazione, con problemi digestivi o dietetici in genere, che necessitano di alimenti preparati su misura con determinate caratteristiche alimentari, di quantità e dosaggi particolari.
Anche qui gli olandesi sono avanzati: alcuni scienziati in forza presso la Tno, organizzazione olandese per la ricerca scientifica applicata, hanno costruito una stampante 3D per uso alimentare-ospedaliero, che, come parte di uno studio finanziato dall’Unione Europea con 3 milioni di euro, serve 100 pasti personalizzati ai 20 residenti di una casa di cura tedesca.
Dalla ristorazione alla casa
Un altro è il Culinary Lab, centro di 3D Systems situato a Los Angeles, in cui chi si occupa di industria alimentare può provare direttamente la stampante professionale ProChefJet. Una struttura a metà fra open house aziendale e ristorante con cucina per soluzioni gastronomiche high tech, dove chef, barman e innovatori in ambito gastronomico possono sperimentare le relazioni fra attività culinarie tradizionali e stampa 3D, che è anche un modello di business per attività commerciali innovative.
Alla fine, riuscirà mai la stampa 3D a imporsi su fornelli, forni e microonde? C’è chi lo crede: è Lynette Kucsma co-fondatrice di Natural Machines, l’azienda spagnola produttrice di Foodini, la stampante 3D capace di creare piatti complessi partendo da alimenti naturali. Si tratta di una grossa macchina con connessione WiFi e display touch screen, che funziona come una tradizionale stampante 3D lavorando con diversi elementi nello stesso momento. La stampa avviene tramite ingredienti freschi ridotti allo stato liquido, scegliendo una ricetta dal touch screen e aspettando che la macchina faccia il resto. Si può stampare di tutto, dalla pizza ai ravioli, pronti in una decina di minuti.
Non dimentichiamo i tedeschi, che con la Bocusini hanno creato un mondo intorno a stampanti per uso domestico e professionale: dalla produzione di piccoli castelli in marzapane a forme bizzarre in gelatina tridimensionale, dai modelli dell’Empire
State Building in zucchero ai piccoli labirinti di paté di fegato d’oca. Un trionfo di decorazioni commestibili, che potranno semplificare e potenziare le capacità di cuochi e pasticceri del futuro.