È passato ormai un mese da quando Thingiverse sul proprio blog portò alla luce il caso di un utente di eBay che stava violando i diritti di diversi utenti della piattaforma online per lo scambio di idee e disegni, vendendo online stampe in 3D di disegni presi da Thingiverse ignorando completamente le licenze collegate (a questo link c’è l’evoluzione della storia raccontata da noi).
La comunità Thingiverse si è mossa e la designer Loubie ha creato l’account Sad face, che è diventata espressione del disappunto della comunità sulla vicenda, raccogliendo quasi un migliaio di commenti.
La situazione si è risolta con la chiusura dell’attività di vendita da parte di eBay.
Anche il team legale di MakerBot (società che ha creato Thingiverse) si è attivato, raggiungendo l’improvvido venditore, spiegandogli la situazione giuridica e invitandolo a non impegnarsi più in questo tipo di attività.
Ma Thingiverse è una comunità open e come tale poggia le basi su un principio fondamentale di rispetto. Ed è un dato di fatto che il caso abbia stimolato nella comunità stampa 3D una discussione sulle licenze Creative Commons (CC).
Il che ha dato l’aire a MakerBot a ribadire come funzionano. La casa di Brooklyn lo ha fatto con un ulteriore post sul proprio blog, che qui riassumiamo.
Le licenze CC consentono agli utenti di Thingiverse di condividere i propri progetti 3D con gli altri, in modo che possano usarli e sviluppare disegni a propria volta. Questo per Thingiverse non significa rinunciare ai diritti, piuttosto il contrario: gli utenti possono scegliere fino a che punto gli altri possono utilizzare il loro contenuto scegliendo una licenza CC che dà il diritto di utilizzare il disegno in vari modi.
Sostanzialmente le due scelte più importanti riguardano la richiesta di attribuzione e la possibilità di farne un uso commerciale. La prima, in particolare, significa che è possibile utilizzare un file in cambio di un riconoscimento pubblico al suo creatore. Quando un utente scarica un oggetto da Thingiverse accetta automaticamente la licenza con cui è stato caricato e i suoi termini. E ogni file scaricato da Thingiverse include la licenza selezionata dal suo creatore, con tanto di diritti per l’utilizzo del file.
Tutte queste cose, scrive MakerBot, sono chiare in ogni pagina della piattaforma. Ma la società si impegnerà per far sì che possano essere ancora più intellegibili e, quindi, per far rispettare i diritti degli utenti.
Qui il sito di Creative Commons.