Accrescere le competenze nell’era dell’additive manufacturing già dai banchi di scuola. È stato questo l’obiettivo del progetto Print Stem, sviluppato in Italia nell’ambito del programma Erasmus+ finanziato dall’Unione Europea.
Un progetto guidato dall’IISS Agostino Berenini di Fidenza (Parma), scuola da cui è nata l’idea di utilizzare le nuove tecnologie per coinvolgere gli studenti nell’appassionarsi alle materie tradizionalmente più ostiche, come la matematica e le scienze (da cui Stem: Science, Technlology, Engeneering, Mathematics).
Oltre al Berenini il partenariato internazionale ha interessato i due enti di formazione Cisita Parma e Forma Futuro, l’Istituto Gadda di Fornovo (PR), l’Istituto Sabanci Kiz Teknik ve Meslek Lisesi (Turchia), l’Istituto 1epalchanion (Creta), la Kirkby Stephen Grammar School (UK), alcuni partner business-oriented come l’Associazione di Ricerca dell’Industria del Giocattolo di Ibi nella regione di Alicante e la società polacca Danmar Computers, e l’agenzia europea Euda.
Il progetto avviato a novembre 2014 ha sviluppato e fasi relative alle attività di condivisione e diffusione dei risultati, sia attraverso strumenti come il documento dal titolo “Forecasting the impact of 3D printing technology: possibility, frequency and intensity of use as support in the teaching of mathematical and scientific skills”, che contiene linee guida metodologiche per aiutare le scuole coinvolte nel progetto a erogare sperimentazioni didattiche ai propri studenti, sia con convegni e incontri, che si sono conclusi con l’evento “Visione, obbiettivi perseguiti e metodologia adottata per l’impiego didattico della stampa 3D nelle scuole secondarie superiori”.
L’incontro è stato ospitato a luglio presso la sede dell’Unione Parmense degli Industriali, è servito da bilancio per le scuole coinvolte e le alcune aziende, come Digigraph3D, e-Fem, OneTeamCad, BeamIT e Bercella.
A raccontare l’esperienza di Print Stem è stato Marco Varotto, docente di elettronica al Berenini: «Agli studenti è stato chiesto di disegnare e stampare idee che potessero sviluppare competenze nelle materie scientifiche: per esempio realizzare una barchetta ha previsto l’applicazione del principio di Archimede. L’interesse suscitato è stato tanto e la conoscenza di fronte agli stimoli arriva automaticamente».
Margherita Rabaglia, dirigente scolastico del Gadda, ha aggiunto che «i ragazzi hanno potuto validare il metodo che va dall’astratto al concreto e viceversa. Crediamo che in prospettiva le competenze acquisite possono tornare vantaggiose anche per le fondamentali esperienze di alternanza scuola-lavoro».