L’ultima uscita pubblica di Lumi Industries è stata alla Maker Faire di Rimini, dove ha presentato il LumiKit, una versione “concentrata” della LumiPocket, che dispone di un sistema più semplice per la regolazione del proiettore, due zone di stampa, una struttura più stabile con schermatura per luce e polvere. La nuova stampante sarà disponibile entro la fine di gennaio.
Ma nel frattempo Lumi ha presentato un progetto su cui è al lavoro da oltre un anno.
La prima stampante 3D della realtà diretta da Davide Marin, coadiuvato da Manuela Pipino, nata nel 2013, ha infatti dato la stura allo sviluppo di una compatta a base di resine, che fosse sempre portatile, ma anche integrabile in altri sistemi, per la quale ha sviluppato un meccanismo unico per l’asse Z, in attesa di brevetto.
La casa di Roncade (Treviso) sta lavorando sul progetto LumiFold TAB, un accessorio che trasforma un tablet in una stampante 3D, con uno spessore riducibile fino a 3 cm, e pensa di proporlo a realtà come Apple, Sony, Microsoft, Lenovo o Samsung.
Nel campo delle stampanti a resina la LumiFold CUBE è una compatta per il mercato della gioielleria, con un’area di stampa di 10x10x5cm e di una dimensione esterna di 12x12x12cm; la LumiFold DLP è una portatile con un’area di stampa di 15x15x15 cm per monili o per uso dentale che sarà in grado di utilizzare una vasta gamma di materiali; la LumiFold XL ha un’area di stampa di 25x35cm, altezza 30cm, e misura appena 15 centimetri di altezza quando è chiusa.
La LumiFold FDM è invece una stampante 3D a filamento, che implementando lo speciale sistema Z, riesce a essere alta meno di 10 centimetri. È dotata di una camera di espansione che mantiene la temperatura controllata. Marin e soci hanno intenzione di sviluppare questo progetto con un partner di esperienza in campo Fdm.