Drawpon Lab, marketplace di industrial design fondato da Matteo Cibelli ha rivolto il proprio interesse nei confronti della stampa 3D nel 2014.
All’inizio il gruppo ha lavorato con frese CNC e una stampante Makerbot a doppio estrusore, ma, afferma Cibelli in una nota di Ira3D «le esigenze prototipali hanno richiesto maggior volume di costruzione, maggior velocità e precisione. La riservatezza è parte del nostro DNA per cui la prototipazione deve avvenire internamente e non in outsourcing. Per questo abbiamo iniziato a cercare una stampante 3D con ottime caratteristiche e con Poetry Infinity di Ira3D possiamo dirci soddisfatti».
Il designer alla guida della realtà che opera a livello internazionale nell’ambito della progettazione, creativa e industriale, di componentistica e interni, ha scelto personalmente le macchine. «Seguo con molto interesse la stampa3D e tutte le sue evoluzioni, convinto sostenitore di questa tecnologia che a mio parere rappresenta l’unica evoluzione del futuro in grado di cambiare davvero la storia dell’industria – ha detto Cibelli -. Sono un ottimo conoscitore di tutte le macchine ad oggi presenti sul mercato e sono pienamente consapevole di tutti i limiti derivati dai processi, ancora spesso non del tutto noti, della manifattura additiva. Ordinata la Infinity, abbiamo approfittato per provare anche una Poetry2 in comodato. Tempo due giorni e abbiamo acquistato anche la Poetry Infinity».
Con le Ira3D Cibelli ha già realizzato molti prototipi, praticamente per ogni prodotto progettato: «In abbinamento al software nativo Ira3D di cui inizialmente ero scettico, da fan di Simplify3D, la costruzione del particolare 3D è impeccabile. Con un layer a 0.08 quasi non si notano le stratificazioni».