È nata una collaborazione tra Wasp e l’artista Francesco Pacelli per approfondire la conoscenza del processo LDM (Liquid Deposition Modeling), ampliare il numero di potenziali materiali ceramici estrudibili, definire le dosi corrette e i parametri di stampa per ottenere oggetti funzionali in ceramica stampati in 3D.
Di recente, infatti, la casa di Massa Lombarda ha progettato un estrusore per LDM basato su un cilindro di aria compressa che alimenta una vite senza fine, per depositare selettivamente argilla attraverso un motore stepper.
In sostanza il piano di stampa rimane fermo, mentre è l’estrusore che si muove depositando strato su strato, evitando così di imprimere pericolose oscillazioni che potrebbero compromettere la stabilità dell’oggetto finale.
Il meccanismo funziona già bene, ma rimane ancora del lavoro da fare riguardo ai materiali e alle forme stampabili attraverso il processo LDM.
La collaborazione tra Wasp e Pacelli, nata lo scorso ottobre, ha portato all’apertura di un nuovo laboratorio, un luogo dedicato alla tecnologia LDM per la stampa 3D della ceramica, un materiale che a Faenza è di casa.
Dopo la laurea in Design & Ingegneria nel 2013, Francesco Pacelli è stato ricercatore universitario per due anni al +LAB, il laboratorio di stampa 3D diretto dalla professoressa Marinella Levi presso il dipartimento di Ingegneria Chimica e dei Materiali del Politecnico di Milano, dove ha fatto esperienza con il processo LDM e con i potenziali materiali stampabili.
Pacelli si focalizza sull’arte, ma le potenziali applicazioni delle stampanti LDM vanno dal design all’ingegneria, dalla moda al biomedicale.