Consapevole del fatto che solamente una minima parte della plastica prodotta venga riciclata (le percentuali dichiarate oscillano fra il 10 e il 12%), Ultimaker sostiene il progetto del Perpetual Plastic Project (PPP), animato da un gruppo di ingegneri, che ha l’obiettivo di trasformare i rifiuti plastici in cose utili, come i filamenti per la stampa 3D.
La sponsorizzazione non basta, servono anche iniziagive di divulgazione. Come quella avvenuta recentemente in Olanda, durante una fiera, quando Ultimaker ha invitato i visitatori a sposare la filosofia del riciclo di PPP, e ha chiesto loro di raccogliere i bicchieri di plastica, pulirli e destinarli alla trasformazione in plastica da utilizzare per la stampa 3D di un anello, che avrebbero potuto portare a casa.
Per produrre questo filamento, disponibile con il marchio ReFil, si possono riciclare anche bottiglie in PET o cruscotti di automobile.
Jonas Martens di PPP ha dichiarato, in un post sul sito di Ultimaker, di credere fermamente «nella produzione locale di prodotti utili. Se fai nuove plastiche, di solito hai bisogno anche di nuove materie prime, come il petrolio. E sappiamo bene quali sono gli effetti di questo andamento. Quindi vogliamo insegnare a tutti a utilizzare plastica riciclata ovunque possibile, perché la qualità è uguale a quella della plastica nuova».
Martens ha ricordato che le stampanti 3D Ultimaker utilizzano un sistema di filamento aperto, pur essendo costruitie su uno standard elevato in termini di qualità di stampa.