La domanda che chi si vuol avvicinare alla stampa 3D pone a un esperto è “che stampante mi consigli per iniziare?” e la risposta più logica è “un modello entry level”.
La risposta deve considerare molti fattori, prima di tutto l’utilizzo che si dovrà fare della macchina. L’acquirente dovrebbe comprendere bene il motivo per cui è interessato alle tecnologie additive, che può andare dalla semplice curiosità alla valutazione di un possibile uso professionale.
La scelta da fare sulla base dell’utilizzo
È importante comprendere l’utilizzo finale per orientarsi sulla macchina che potrà soddisfare al meglio queste esigenze. Ci sono stampanti semplici, più adatte a un uso dimostrativo o didattico, e altre che pur essendo piccole o economiche già si prestano per usi semi-professionali o professionali. Le caratteristiche meccaniche della macchina sono molto importanti e determinano anche la qualità del lavoro e la caratteristiche delle stampe finali. Attualmente, tranne in rari casi, le prestazioni delle stampanti sono bene o male tutte comparabili.
Tutte le macchine stampano mediamente layer tra 100 e 300 micrometri e producono oggetti che nell’80% delle volte soddisfano le necessità dell’utente medio.
Anche la velocità di lavoro e altri parametri sono ormai quasi degli standard, quindi a meno che non vi serva una stampante con particolari caratteristiche, per svolgere applicazioni specifiche, un modello con prestazioni medie sarà più che sufficiente.
Tra le prestazioni rientra anche il volume di lavoro: non serve cercare di avere il volume maggiore. Potrebbe costarvi molto e anche darvi dei grattacapi: un’area maggiore comporta maggiori difficoltà nella stampa. Un volume attorno ai 200x200x200 è quello che si presta meglio a ogni tipo di stampa, altrimenti potete anche optare per volumi inferiori.
Quali aspetti valutare
L’affidabilità della macchina è importante, anche se è difficile da valutare leggendo le specifiche. Potete però fare delle ricerche su Internet prima di acquistare la stampante.
Attualmente il materiale più usato nella stampa 3D è il PLA. L’ABS e i materiali speciali sono utilizzabili sono con macchine dotate di particolari accorgimenti come il piano riscaldato, speciali estrusori che raggiungono temperature più elevate e camere di lavoro chiuse. L’ABS è una plastica molto diffusa ma può essere complicata da trattare. Valutate se vi serviranno delle stampe in questo materiale o se potrebbe andare bene il PLA, ormai diffusissimo in svariati colori e qualità.
Molte stampanti possono essere usate solo con le cartucce fornite dal produttore. Spesso queste cartucce sono dotate di chip interno e non possono essere ricaricate. Ovviamente hanno un prezzo maggiore rispetto ai materiali venduti in bobine.
Infine, aprite il portafoglio e valutate il vostro budget. Per ogni tipo di applicazione o categoria di stampanti potete trovare varie soluzioni: le più economiche prevedono l’acquisto di un kit di montaggio. In questo modo, se avete una buona manualità, potete costruirvi da soli la stampante e risparmiare parecchio denaro, divertendovi e imparando tutti i segreti della vostra macchina. Per montare una stampante possono essere necessarie da 4 ore a qualche giorno… dipende dalla macchina.
L’impresa potrebbe rivelarsi un incubo se le istruzioni sono scarse, il kit è difettoso e se incappate in qualche problema. Spesso chi fornisce li kit offre dei servizi di assistenza postvendita a pagamento. Valutate bene questa opzione.
Se non volete avere problemi e siete interessati a stampare subito, acquistate una macchina già assemblata e funzionante. Dovrete solo accenderla e iniziare a stampare. Le stampanti assemblate solitamente dovrebbero essere certificate, cosa da verificare se volete essere più sicuri. Anche tra le stampanti assemblate esistono delle interessanti alternative con prezzi veramente competitivi: alcune stampanti di produzione cinese o taiwanese costano meno di 500 euro.
Abbiamo perciò preparato una rassegna non esaustiva ma corposa, di stampanti 3D a basso costo già bem diffuse sul mercato, per cercare di aiutare chi vuole avvicinarsi a questo mondo.
La lista è costantemente in fase di adeguamento: segnalateci le vostre richieste.
Qui troverete stampanti in kit di montaggio, stampanti già assemblate, macchine professionali e amatoriali con indicate le caratteristiche salienti per ogni modello.
LAB di 3DPRN
La stampante LAB di 3dprn è una macchina molto “versatile”, ordinabile in 5 diverse configurazioni (H2/H3, H5, X2, X2-2, X2_Mill) che cercano di venire incontro alle esigenze di ogni possibile tipo di cliente. È possibile perfino scegliere quanti estrusori far montare e di che tipo (bowder o reprap), oltre che il tipo di filamento (da 1,75 o 3 mm). La macchina è realizzata con dei profili di alluminio che facilitano la composizione delle diverse configurazioni. L’area di stampa varia da 320×300 fino a ben 600×900 mm, con un’altezza di 235 mm estendibile a 325. Notevole la flessibilità che la fa assomigliare più a un kit assemblato su misura che a un prodotto realizzato in serie. Il vantaggio di un simile approccio è la possibilità di avere una macchina facilmente modificabile, in grado di inseguire le esigenze del cliente in ogni momento. È perfino possibile sostituire l’estrusore con una piccola fresa. La Lab può essere utilizzata con i più diffusi software di slicing (Slic3r, Cura e altri).
3D-V2 di 3D Dream
La 3D-V2 di 3D Dream è una stampante ben progettata e dall’ottimo design. È la macchina più piccola prodotta da 3D Dream. Utilizza un innovativo sistema di raffreddamento a liquido dell’estrusore che gli permette di raggiungere 400 gradi di temperatura: un vero record. I particolari meccanici e le finiture sono veramente pregiati. La meccanica è molto robusta e precisa. La macchina è abbastanza imponente, infatti pesa ben 40 kg e le sue dimensioni sono di 500x460x600 mm. L’area di lavoro è di medie dimensioni (260x260x260 mm). Il piano di lavoro è riscaldato e monta di serie due estrusori veramente ben progettati. La camera di lavoro è completamente isolata, così da consentire una stampa in condizioni ambientali estremamente stabili. La precisione raggiungibile sul piano XY è di 10 micrometri, mentre per il livello Z si può spaziare da 50 a 300 micrometri. La 3D-V2 è dotata di un display frontale e di un alloggiamento per scheda SD da cui caricare i file. Per essere una macchina di fattura artigianale ha delle finiture impressionanti.
Cube 3 di 3DSystems
La stampante Cube di 3DSystems 3DSystems, uno dei player storici nel mercato delle tecnologie additive, è piccola e ben fatta. È una macchina dal design curato e di piccole dimensioni, adatta all’uso hobbystico e non-professionale, anche se capace di lavorare velocemente e con precisione.
La macchina può utilizzare solo materiale in cartucce (ABS o PLA) fornito da 3DSystems. Le cartucce sono abbastanza costose (più del doppio delle classiche bobine di filamento) e dotate di chip che ne impedisce la “ricarica”. La Cube 3, seppure piccola, è dotata di doppio estrusore e di un meccanismo di calibrazione automatica. Le recensioni che trovate online non sono molto brillanti a causa di alcuni problemi con il software, ed è un peccato considerato che chi la produce è presente in questo settore da decine di anni. Il piano di lavoro è asportabile per facilitare il distacco dei pezzi stampati. Per stampare si utilizza il software di 3D Systems che può essere utilizzato anche su smartphone (Android e iOS). L’area di stampa è abbastanza piccola e questo limita un po’ le possibilità della stampante, che si presenta più come un giocattolo che uno strumento di lavoro. L’esperienza di 3DSystems ha creato una stampante molto semplice da usare, dal prezzo contenuto.
Araknia Prusa i3 di Araknia Labs
Araknia Labs di Cassino, in provincia di Frosinone, produce la stampante Araknia Prusa i3, derivata dal progetto Open Source Prusa, ma realizzata con un telaio in metallo tagliato al laser, barre filettate e parti in plastica che dovrebbe ridurre il peso rispetto al modello originale e quindi aumentare le prestazioni. L’estrusore della Araknia è stato interamente rivisto partendo dal progetto Budaschnozzle. L’estrusore può montare un ugello da 0,4 o 0,5 mm ed è raffreddato da ben tre ventole (una per il motore, una per raffreddare il materiale e una per la parte alta dell’elemento). L’area di stampa è di medie dimensioni (210x210x210 mm). La struttura meccanica è abbastanza semplice e la massima precisione ottenibile sul livello z è di 100 micrometri con velocità di stampa di 100 mm/s (anche se può raggiungere i 200). Il piatto di stampa è riscaldato e ricoperto da un tappetino magnetico che facilita la rimozione delle parti stampate.
BadPrinter2 di BadDevices
La stampante BadPrinter2 è prodotta da BadDevices, una società a responsabilità limitata con sede a Carbonate (CO), nata dalla passione di un gruppo di amici per il modellismo, la tecnologia e la stampa 3D. La macchina utilizza la tecnologia FDM ed è dotata di un doppio estrusore che può lavorare con la maggior parte dei materiali in commercio. Gli estrusori sono interamente in metallo, possono raggiungere la temperatura di 295°C e utilizzano filamenti da 1,75 mm. L’ugello può essere sostituito con facilità: sono disponibili diversi diametri, da 0,25 fino a 0,8 mm. Il piano di lavoro è riscaldato e facilmente asportabile grazie all’impiego di una lastra di vetro da 5 millimetri. La camera della stampante è chiusa per mantenere la temperatura di stampa costante e controllata. La meccanica è abbastanza precisa e la struttura realizzata permette di arrivare a 50 micrometri sull’asse Z e 6,25 sul piano XY. Per lo slicing si possono usare programmi come Slic3r, Cura o Simplify, perché il firmware è open source (Marlin). Per il caricamento del file si utilizza una scheda SD. L’area di stampa è di medie dimensioni.
BeeTheFirst di Bee Very Creative
La BeeTheFirst di Bee Very Creative fa per voi. È una stampante di produzione portoghese, piccola, ma dalle prestazioni interessanti. Ha una forma caratteristica e molto piacevole, non ha un ingombro eccessivo: 40 cm di larghezza, 40 di altezza e soli 14 cm di profondità per 11 kg di peso. La stampante è anche comoda da portare grazie alla maniglia collocata sul lato superiore. L’area di lavoro è abbastanza piccola, anche se una delle dimensioni arriva a 19 cm. La BeeTheFirst è equipaggiata con un solo estrusore alimentato con filamento da 1,75 mm. Il piano di stampa non è riscaldato, esiste un sistema abbastanza efficiente semi-automatico di livellazione che permette di lavorare svariate ore senza mai dover intervenire sulle calibrazioni. Sul sito dichiarano ben 750 stampe continue in 5.000 ore di lavoro. Purtroppo la macchina lavora solo con il PLA. Per utilizzare altri materiali e per un volume di stampamaggiorato c’è il modello superiore, la BeeTheFirst+. Come software è possibile utilizzare solo file STL con Simplify3D oppure il software proprietario BeeSoft.
Strato Basic di BlueTek
Anche BlueTek propone un modello “low cost” delle sue stampanti, la Strato Basic, una macchina non proprio “mini”. La stampante è realizzata con un telaio in monoscocca in acciaio saldato ed è disponibile in vari colori. Le dimensioni esterne della macchina sono di 540x330x390 mm per 12 kg di peso. La Strato Basic è dotata di un estrusore singolo con ugello da 0,4 mm che raggiunge i 250 gradi. È possibile stampare PLA e PERTG in filamenti da 1,75 mm di diametro. L’area di stampa è di medie dimensioni: 250 x 170 x 170 mm. La macchina nasce per offrire a tutti, in particolare a ragazzi e bambini una stampante dalle ottime caratteristiche e dal prezzo contenuto. In effetti il prezzo di vendita è abbastanza conveniente viste le caratteristiche della macchina. Purtroppo è possibile stampare solo PLA. La meccanica e l’elettronica sono state interamente progettate da BlueTek. Anche il firmware della macchina è proprietario. La stampante è dotata di un display LCD e i file possono essere caricati utilizzando una scheda SD o una chiavetta USB (il modulo WiFi è opzionale ed ha un costo abbastanza rilevante).
Prusa i3 Hephestos (Kit) di BQ
Se volete risparmiare nell’acquisto di una stampante 3D potete comprare un kit come quello della Prusa i3 Hephestos prodotto dalla spagnola Bq. La macchina è una classica Prusa con telaio in alluminio, barre filettate e parti in plastica, disponibile in varie colorazioni. Il kit montato ha un aspetto anche abbastanza piacevole. La macchina ha un volume di stampa di medie dimensioni (215x210x180 mm) con un ingombro di 460x370x510 mm per 11 kg di peso. Rispetto alle versioni precedenti è stato eliminato il piano riscaldato, dicono per migliorare la sicurezza della macchina, che così consuma solo 60 watt, ma può stampare solo PLA. L’estrusore è singolo con ugello da 0,4 mm e lavora con filamenti da 1,75 mm. Dal sito di BQ è possibile scaricare tutti i manuali e perfino le parti in PLA che compongono la stampante per poterle modificare a vostro piacimento. Per la stampa è possibile utilizzare i più diffusi programmi di slicing, perché il firmware è derivato dal Marlin. La velocità della macchina non è elevata, ma la meccanica, abbastanza buona, permette di arrivare a 60 micrometri sull’asse Z. La stampante può essere considerata di buona qualità, ma è necessario montarla, perché è venduta in kit, per questo valutate se è il caso di risparmiare e affrontare da voi un’impresa che potrebbe presentare qualche difficoltà. Se il montaggio non viene fatto con attenzione la qualità generale potrebbe non raggiungere i livelli promessi.
Kloner3D 120 di Kloner3D
La Kloner3D 120 è una piccola e robusta stampante prodotta dalle aziende toscane Clevertek e Officine Verdelli (storica azienda fiorentina nel campo della meccanica). La macchina è presentata come prodotto entry-level della loro gamma di stampanti a uso professionale, caratterizzate dall’alta affidabilità e da una solida meccanica. La “120” ha un volume di stampa molto piccolo, di soli 120x120x120 mm. Anche la stampante ha un ingombro ridottissimo: è un cubo con il lato di 30 cm disponibile in rosso o bianco, che pesa 12 kg. La struttura della stampante deriva da un progetto modulare sviluppato dalla Clevertek che utilizza una struttura portante in alluminio. La stampante è dotata di un solo estrusore con ugello da 0,5 e di un piano riscaldato. La precisione sul piano XY arriva a 10 micrometri e l’altezza massima dell’asse Z è di 100 micrometri. L’area di stampa è completamente chiusa e la macchina può lavorare in massima sicurezza. Anche l’uso dovrebbe essere semplice perché la kloner 120 è pronta all’uso, senza necessità di tarature o con una manutenzione nulla o comunque ridotta al minimo. La stampante è presentata come un prodotto per uso amatoriale o didattico e le prestazioni lo confermano.
D3D One-Evo di Dynamo3D
Questa stampante sembra essere una macchina veramente veloce e dalla precisione impressionante. Nasce da una collaborazione della società italiana Dynamo3D Dynamo3D con la danese Create it Real, specializzata nella realizzazione di elettroniche di controllo per stampanti 3D. La meccanica e l’elettronica a bordo della ONE permettono di raggiungere velocità di lavoro superiori di quattro volte gli standard di mercato. La macchina è completamente personalizzabile e grazie ai rivestimenti in metacrilato è possibile farsela consegnare con una “skin” artistica su misura, altrimenti i modelli standard sono disponibili nei colori bianco e nero. La macchina include anche un sistema di diagnostica remota (Remote Diagnostic System) che, in caso di problemi, raccoglie i parametri di lavoro impostati e li invia per mail al servizio tecnico. La stampante ha un costo abbastanza elevato perché non si può considerare propriamente una entry-level. L’area di stampa è superiore alla media, raggiungendo i 24 cm per lato. Con un volume così generoso si può stampare quasi qualsiasi cosa. Il piano di lavoro è riscaldato e l’estrusore, singolo, lavora con filamenti da 2,85 mm.
Era 3D di EweIndustries
Prodotta in Italia EweIndustries, la Era 3D è dotata di un singolo estrusore di tipo bowden (il motore è fissato sul corpo della macchina) che lavora alla temperatura massima di 230°C con filamenti da 1,75. Il piano riscaldato permette l’impiego di PLA e ABS, anche se non è dichiarato nelle specifiche. Il volume di lavoro è di medie dimensioni e trattandosi di una delta è cilindrico. La velocità di stampa è elevata: 200 mm/s. Il design è molto curato e la macchina ha un aspetto piacevole e professionale. È possibile caricare i file in macchina utilizzando una connessione WiFi o via USB. Nella parte frontale della stampante un display touch screen da 2,8” permette di gestire tutte le operazioni di stampa. Contattando il produttore è possibile estendere le funzionalità della macchina aggiungendo kit molto interessanti come la webcam per il controllo remoto, l’estrusione per materiali semi-liquidi, uno scanner laser.
Personal Fabricator di FabTotum
Il nome altisonante di questa stampante richiama le teorie di Neil Gershenfeld sull’evoluzione dei Fablab e degli strumenti di digital fabrication: in un prossimo futuro saremo in grado di realizzare qualsiasi tipo di oggetto direttamente a casa nostra utilizzando una macchina “da scrivania”. FabTotum.com anticipa i tempi proponendo una stampante multifunzione che incorpora uno scanner 3D e una piccola fresa che lavora su 4 assi. Per quello che riguarda la stampa 3D, la macchina è dotata di un singolo estrusore che lavora con ABS o PLA e filamento da 1,75 mm. L’area di lavoro è di medie dimensioni e la macchina, di produzione italiana, ha un piacevole design caratterizzato da una finestra anteriore di forma triangolare. Il layer minimo realizzabile è di 50 micrometri. Il piano di lavoro è riscaldato e completamente rimuovibile, inoltre, per facilitare la calibrazione della macchina, si livella automaticamente. Il “personal fabricator” può essere usato con software open source. La stampante offre molte possibilità di connessione: USB, SD, WiFi e Ethernet. In rete sono stati segnalati alcuni problemi nell’uso dell’ABS con le prime versioni dell’estrusore.
Finder di FlashForge
FlashForge è uno dei maggiori produttori cinesi di stampanti e filamenti per la stampa 3D. La società ha recentemente cambiato la sua ragione sociale in Zhejiang Flashforge 3D Technology Company. Il modello Finder è stato progettato per scopi educativi e per essere utilizzato dai più giovani o da chi vuole avvicinarsi al mondo della stampa 3D. La macchina ha un aspetto molto piacevole, il telaio è realizzato in materiale plastico ed è nascosto alla vista da una scocca dai colori vivaci. La stampante è dotata di un unico estrusore che utilizza un filamento da 1,75. Il piano di lavoro è autolivellante, non è riscaldato e quindi la macchina può essere usata solo con del PLA, che comunque è ottimo per la destinazione dell’oggetto. Altre caratteristiche interessanti sono il display fontale touchscreen con grafiche chiare e semplici, il sensore per il filamento, 4 GB di memoria interna per i file. Il volume di lavoro è di piccole dimensioni (140x140x140 mm) e la macchina è silenziosa (< 50dB). Le recensioni degli utenti su Internet sono abbastanza positive e la piccola Finder si rileva in effetti un buon prodotto di fascia bassa.
Maty di Gimax 3D
La stampante Maty di Gimax 3D è una stampante con impostazione “classica” e un volume di lavoro di medie dimensioni. È proposta come modello d’ingresso per la gamma di stampanti prodotte dalla casa di Prato. La stampante è certificata CE ed è presentata come strumento ad uso professionale e amatoriale. La struttura è realizzata con profilati in alluminio e pannelli in materiale plastico colorato (disponibili in rosso, bianco e nero). La macchina è semplice e completa: ha un solo estrusore con ugello disponibile in varie misure (da 0,2 fino a 0,8), raggiunge la temperatura di 285°C, lavora con filamenti da 1,75 e grazie al piano riscaldato può stampare una vasta gamma di materiali (ABS, PLA e speciali). La costruzione è pulita e ordinata. Il firmware caricato è un Marlin e quindi la Maty si può utilizzare con i principali programmi open source/gratuiti per la stampa 3D. I file si possono caricare con una scheda SD e il controllo delle operazioni avviene con un semplice LCD frontale dotato di manopola girevole/cliccabile.
HP3DX100 di Hamlet
La stampante HP3DX100 di Hamlet è stata la prima stampante messa in vendita da una grande catena di distribuzione elettronica e informatica. Per questo motivo è stata realizzata in modo da essere semplice e intuitiva. Il design è curato e la rende simile a una grossa stampante laser. La società irlandese Hamlet è una dei leader nella produzione di soluzioni per la connettività ed il Networking che ormai alcuni anni fa ha deciso di investire nell’emergente mondo della stampa 3D consumer. La HP3DX100 è una stampante semplice da usare, dotata di un volume di lavoro medio-piccolo. Disponendo di un piano riscaldato può lavorare sia con ABS che PLA. Le bobine di materiale si inseriscono in un portarotolo ricavato nella parte posteriore della macchina. Le prestazioni dichiarate non sembrano eccezionali: il layer minimo dichiarato è di soli 150 micrometri e non ci sono indicazioni sulla risoluzione del piano XY. Anche la velocità di stampa è abbastanza bassa (max 120 mm/s), ma va considerato anche che la stampante è sul mercato da parecchio tempo. Il firmware è proprietario di Hamlet, assieme al software per lo slicing che assomiglia vagamente a ReplicatorG (da cui è stato probabilmente tratto). È possibile stampare utilizzando Cura. I file si possono caricare in macchina con una scheda SD o via cavo.
Poetry Infinity di Ira3D
Ira3D ha cercato di migliorare la tecnologia FDM creando una stampante molto veloce con
accelerazioni che arrivano fino a 9000 mm/s2. Il modello Poetry Infinity è una stampante
caratterizzata da elevate velocità di movimento e da un’area di lavoro di abbondanti dimensioni (250x250x300 mm). La startup di Borgomanero (Novara) ha cercato di innovare
il più possibile i propri modelli puntando su una stampante a doppio estrusore, con piano riscaldato in grado di stampare pressoché tutti i materiali attualmente disponibili attualmente sul mercato (filamenti con diametro da 1,75). La struttura meccanica della macchina è di tipo classico con frame portante. La macchina utilizza una variante della tecnologia FDM denominata FLD, caratterizzata dall’alta velocità di deposizione del materiale fuso. L’aspetto e il design sono curati e piacevoli. Il prezzo è abbastanza competitivo considerate le caratteristiche particolari della macchina. Tra le più innovative troviamo un sistema di alimentazione di emergenza autonomo a batterie che tiene accesa la macchina in caso di blackout e delle procedure di emergenza per riprendere le stampe in caso di interruzioni volontarie o accidentali.
Galileo Smart di Kentstrapper
Kentstrapper è stata una delle aziende pioniere della stampa 3D in Italia. La Galileo Smart è disegnata, prodotta e assemblata interamente a Firenze e con questo modello, il progetto Galileo giunge alla sua terza evoluzione, rinnovandosi nella veste e nelle prestazioni. La Galileo Smart è stata progettata per rispondere alle esigenze di un pubblico più ampio e quindi mettendo l’accento su accessibilità, leggerezza e prestazioni. Per un prezzo abbastanza contenuto si può avere una stampante con un’area di lavoro medio-piccola a singolo estrusore. L’ugello di serie ha un diametro di 0,4 millimetri. La temperatura di lavoro raggiunge i 275°C. Di serie il piatto di stampa non è riscaldato, ma lo si può aggiungere come optional, estendendo le capacità di lavoro della macchina, che ha una struttura ispirata alla “classica” prusa con telaio ibrido in MDF e barre filettate. La meccanica è buona, infatti è possibile realizzare layer da 40/50 micrometri, con velocità di lavoro nella media. Purtroppo il display e il lettore per schede SD sono opzionali e vanno richieste a parte. È anche possibile richiedere la personalizzazione della macchina.
Giotto di Krea 3D
La Giotto di Krea3d è una stampante realizzata con un telaio in alluminio verniciato a polvere, dal peso complessivo di 16 kg. L’area di stampa della Giotto è medio-grande arrivando in larghezza fino a ben 30 cm. L’estrusore è singolo con ugello da 0,4 mm e utilizza filamenti da 1,75 mm. Il piano riscaldato e la camera di lavoro isolata permettono di lavorare con tutti i materiali termoplastici presenti sul mercato. La bobina rimane esterna e si aggancia sul lato della macchina. L’interfaccia è realizzata con il classico display LCD e una manopola cliccabile. I file si possono caricare con una scheda SD.
Replicator Mini di MakerBot
La storica azienda statunitense MakerBot ha creato una versione economica e dalle dimensioni ridotte dei propri prodotti di fascia medio-alta. La MakerBot Replicator Mini è una stampante “portatile” con un’area di lavoro veramente ridotta (100x100x125 mm). È vero che eredita le caratteristiche delle sorelle maggiori (arrivate ormai alla quinta generazione), ma considerate le prestazioni generali, probabilmente il prezzo risulta essere un po’ elevato. La macchina presenta un aspetto molto curato: il telaio portante è realizzato in metallo e la zona di lavoro rimane chiusa durante il funzionamento per garantire una temperatura costante. Il piano non è riscaldato e quindi è possibile stampare solo in PLA Makerbot. La precisione di lavoro è elevata anche se il layer minimo è di 200 micrometri, probabilmente più un vincolo di “marketing” che meccanico. Il software e il firmware sono proprietari MakerBot. Per la stampa è possibile utilizzare anche delle App per smartphone e controllare l’avanzamento dei lavori con la webcam interna.
iNvent-One di MakerDreams
MakerDreams di Luca Faggiotto, che della società è anche Ceo. La stampante è stata lanciata sulla piattaforma di crowfounding IndieGogo alcuni anni fa con il prezzo promozionale di 999 dollari (circa 605 euro, Iva esclusa). Attualmente non è
possibile acquistarla dallo store online del sito ufficiale e alcuni post su Internet parlano di prezzi oltre al migliaio di euro. La macchina ha un design molto curato e presenta la curiosa caratteristica di essere completamente chiusa, cosa che può sicuramente proteggere le stampe ed evitare che disturbi ambientali ne compromettano lo svolgimento, ma che potrebbe essere un po’ scomoda per controllarne l’avanzamento (non è prevista un webcam interna). La macchina ha un telaio in alluminio, pesa quasi venti chili e offre un’area di lavoro medio grande (la larghezza arriva a 28 cm). Il piano non riscaldato limita le possibilità di impiego dei materiali al PLA. L’estrusore, singolo, sembra ben progettato ed è protetto da una copertura in alluminio che gli dà un aspetto molto professionale. Le prestazioni sono nella norma, con un layer minimo da 100 micrometri.
Prusa i3 Plus 3D di Prusa Research
Il kit Prusa i3 Plus 3D è un disegno collaudato con decine di migliaia di utenti in tutto il
mondo. Prusa Research è la società cecoslovacca di Josef Průša, che vende direttamente il kit per costruire la sua famosa stampante. Gli utenti più esperti possono riuscire a costruire la stampante in circa quattro ore ma non c’è bisogno di correre così tanto. I manuali con le istruzioni si possono consultare anche online e sono veramente ben fatti, con foto a colori e note molto dettagliate. Il progetto è open source, in quanto parte del progetto RepRap. Il modello Prusa i3 è, secondo le statistiche di 3DHubs risalenti a gennaio 2016, il più usato al mondo. Il prezzo del kit non è elevato, considerando anche che non sono utilizzati elementi di bassa qualità: le schede elettroniche sono delle RAMBo originali, fabbricate da Ultimachine negli Stati Uniti, i connettori sono tutti Molex autentici. Per costruire la stampante servono semplici attrezzi forniti con il kit e non è necessario utilizzare un saldatore. La macchina, una volta ultimata ha un volume di stampa di medie dimensioni (200x200x200 mm) e ha buone caratteristiche di stampa: i livelli possono arrivare a 50 micrometri si altezza con una velocità massima di lavoro (per gli spostamenti) di 200 mm/s. Il nuovo modello lavora con filamenti da 1,75, include un display LCD e una scheda SD ed è compatibile con i principali software open source.
ModelSmart 250S di Polaroid
Anche Polaroid non vuole perdere il treno della stampa 3D e propone al mercato una stampante 3D prodotta in collaborazione con Environmental Business Products, azienda che raccoglie e ricicla cartucce per stampanti a getto d’inchiostro. La stampante di Polaroid ha un look molto particolare, caratterizzato da colori sgargianti e dalla classica striscia iridata orizzontale. La stampante ha un’area di stampa medio piccola (250x150x150 mm), utilizza un solo estrusore con ugello da 0,4 mm ed è fornita di piano riscaldato autolivellante. L’altezza minima del livello Z è di 50 micrometri. Il piano è ricoperto da una speciale pellicola rimuovibile per facilitare la rimozione delle stampe. La pellicola è una specie di superficie biadesiva che aiuta l’attecchimento della plastica sul piano di stampa. È possibile usare solo PLA, in nove colori, venduto in cartucce dotate di chip. Polaroid ha sviluppato anche il software per il pilotaggio e lo slicing. La macchina ha una webcam interna per controllare l’avanzamento dei lavori e può essere connessa a una rete Wi-fi.
3D1 di SDM
A Molteno, un paese in provincia di Lecco, Sdm3D produce vari tipi di stampanti 3D, in kit e assembrali. Il modello 3D1, venduto in kit o assemblato, è il più economico della sua gamma: per 550 euro, prezzo ivato, è possibile costruirsi una stampante 3D con buone caratteristiche. La costruzione meccanica riprende il progetto Mendel di RepRap e introduce alcune modifiche al telaio, formato da barre filettate e parti stampate in ABS. Come in tutti i kit, il risultato finale dipende da come è stato eseguito il montaggio. SDM offre a nche la versione assemblata della 3D1, per non avere nessun tipo di problema e iniziare a stampare subito. La macchina ha un’area di stampa di medie dimensioni (190x190x190 mm), il piano riscaldato e un estrusore singolo con ugello da 0,4 mm. Le prestazioni sono nella media, con altezza del layer tra 100 e 300 micrometri, velocità di lavoro attorno ai 100 mm/s che arriva a 180 mm/s negli spostamenti. La 3D1 lavora con ogni tipo di filamento (diametro 1,75), grazie anche al piano riscaldato ricoperto con una lastra di vetro. Il firmware è derivato dal Marlin e quindi la macchina può essere utilizzata con i classici software open source (e non) per stampa 3D. La connettività è via cavo USB o con scheda SD. Il display LCD è opzionale.
42 di Sharebot
La stampante “42” è l’ultima nata in casa Sharebot. La macchina nasce come evoluzione dei precedenti progetti e include parecchie novità. La Sharebot 42 è una macchina progettata per l’uso professionale e per la prototipazione industriale. La costruzione è imponente: il telaio interno è in metallo e la meccanica è molto robusta e curata. La scocca esterna è in metallo verniciato e l’area di lavoro della stampante può essere chiusa utilizzando un portello trasparente frontale. Il porta bobina è interno, accessibile tramite un piccolo portello laterale. Il design è molto pulito e lineare. Il volume di lavoro è di dimensioni medio-grandi. La Sharebot 42 ha un solo estrusore con ugello da 0,4. Il piano è riscaldato ed è autolivellante e compensato durante la stampa dal firmware, così che l’utilizzatore non debba mai calibrare il piatto di stampa. Per facilitare la rimozione delle parti stampate è stato introdotto un tappetino magnetico per il piano di lavoro. All’interno della macchina una webcam permette di controllare da remoto l’avanzamento del lavoro. Un kit opzionale permette di stampare anche in ABS grazie ad una copertura superiore e a uno speciale tappetino ad aderenza migliorata.
UpMini di WL3D
La stampante cinese UpMini è distribuita in Italia da WL3D, spinoff di Worklinestore, azienda di Cuneo, che produce e distribuisce macchine taglio laser da oltre un decennio. La piccola stampante UpMini ha un ingombro molto contenuto, un peso di soli 5 chilogrammi e un volume di stampa di piccole dimensioni (120x120x120 mm). Il design sembra essere ben curato. L’area di stampa è completamente chiusa, in modo da assicurare le migliori condizioni ambientali durante il lavoro. Il portello frontale è trasparente e permette comunque di seguire l’avanzamento del lavoro. La macchina è equipaggiata con un estrusore singolo con ugello da 0,4 mm che lavora con filamento da 1,75. Il piano è riscaldato così che sia possibile utilizzare anche l’ABS oltra che il PLA. Le precisioni dichiarate non sono molto spinte, così che la UpMini possa essere considerata più una macchina amatoriale che per utilizzi professionali, nonostante il suo look molto severo e professionale. Per la stampa è necessario utilizzare un software proprietario. La connettività del modello base è solo via cavo USB. Il prezzo del distributore italiano è sinceramente abbastanza elevato viste le caratteristiche generali del prodotto.
Original+ di Ultimaker
Questa stampante in kit deriva dal modello Original della società olandese Ultimaker. Questo modello di stampante si può considerare uno dei modelli storici e più datati, anche se Ultimaker l’ha notevolmente migliorato e rinnovato. L’aspetto potrebbe non essere apprezzato da tutti, soprattutto quando tutte le aziende produttrici di stampanti 3D cercano di abbandonare l’aria da “startup” da cui sono partite per vestire le loro creazioni con scocche lucide e dal design accattivante. Ultimaker ha deciso di lasciare l’aspetto del telaio inalterato: compensato tagliato al laser. Di grezzo c’è solo l’aspetto, perché la Original+ riesce a stampare con layer da 20 micrometri e velocità discrete. L’area di lavoro è di medie dimensioni: 210x210x205 mm. Il nuovo kit include un piano riscaldato con cui stampare pressoché qualsiasi tipo di materiale. I progetti della macchina sono ancora open source ed è possibile utilizzare Cura (prodotto dalla stessa Ultimaker) oppure Slic3r o ogni altro programma per la stampa 3D. Con un vero spirito da maker, Ultimaker incoraggia gli utenti ad apportare modifiche e miglioria al proprio kit. 3DHubs rileva che gli unici difetti rilevati dagli utenti sono la rumorosità e il prezzo leggermente elevato, per il resto la Ultimaker è un’ottima stampante in kit.
3D Vertex di Velleman
Il kit per stampante 3D Vertex di Velleman permette di realizzare una stampante con ottime prestazioni e abbastanza apprezzata a un prezzo competitivo. Velleman è un rivenditore e produttore di dispositivi elettronici con sede in Belgio, che opera da più di 40 anni in numerosi paesi del mondo. Il kit della Vertex 3D è rivenduto in Italia da Futura Elettronica. La stampante ha una struttura in policarbonato che dovrebbe facilitare il montaggio, anche se purtroppo la procedura di assemblaggio risulta essere abbastanza complessa, tanto da richiedere circa una quarantina di ore di lavoro. Il volume di lavoro della Vertex è di medie dimensioni e la macchina pesa una decina di chili con delle dimensioni pari a 360x380x395 mm. Il kit di base è dotato di un solo estrusore che lavora con filamenti da 1,75 mm. Grazie al piano riscaldato, la macchina può utilizzare sia ABS che PLA. Il firmware è stato derivato dal Marlin e quindi è possibile utilizzare la stampante con Slic3r, Cura, Repetier Host. La macchina è dotata di un display frontale con alloggiamento per scheda SD. Per stampare è possibile utilizzare anche un cavo USB connesso a un computer.
Delta 20 40 di Wasp
La Delta 20 40 di Wasp è una macchina “storica” nel panorama della stampa 3D italiano. La stampante, con la sua meccanica particolare si da subito fatta notare. La Delta è una macchina imponente alta quasi novanta centimetri e dal peso di venti chilogrammi. Il volume di stampa è ovviamente di forma cilindrica con un diametro di 20 cm per 40 di altezza; si può considerare una macchina con volume di lavoro di dimensioni medio-grandi. Il telaio è realizzato in alluminio con parti in policarbonato e plexyglass che formano una camera di lavoro chiusa e riparata dagli agenti esterni e dagli sbalzi di temperatura. Il piano di stampa è riscaldato ed è realizzato in acciaio, ricoperto da un vetro asportabile. L’estrusore è di tipo “bowden sospeso” per raggiungere elevate accelerazioni e nel contempo ammortizzare le vibrazioni. Il corpo estrusore è raffreddato a turbina con un flusso di aria convogliato che permette anche di realizzare bridging fino a 15 cm. La velocità di lavoro è elevata e negli spostamenti tocca i 300 mm/s. La meccanica curata e precisa permette di realizzare layer a 50 micrometri. Per la stampa è possibili usare software open source come cura o slic3r. È poi necessario copiare i file su una scheda SD. A livello elettronico e di connettività la macchina è rimasta un po’ indietro rispetto ai prodotti dei concorrenti, anche se è una delle poche in grado, sostituendo l’estrusore, a poter utilizzare argilla, porcellana e materiali fluido-densi.
IdeaWerk di Weistek
La stampante IdeaWerk di Weistek è distribuita in Italia da RS Components. È una stampante economica di produzione cinese con un volume di stampa abbastanza piccolo (150x150x140 mm). Il modello base ha una struttura metallica e può stampare solo PLA anche se è dotato di un piano riscaldato. L’ugello dell’estrusore è di 0,4 mm e l’altezza del layer (dichiarata) è di soli 18 micrometri. L’estrusore può raggiungere i 300°C. Leggendo le caratteristiche sembrerebbe una stampante dalle ottime prestazioni, perché oltre alla risoluzione molto spinta dovrebbe essere anche abbastanza veloce. Utilizzando il touchscreen integrato è possibile controllare tutte le funzioni della macchina e gestirne il funzionamento. È possibile stampare file da una scheda SD oppure collegando la stampante a un pc con un cavo USB. Il software per lo slicing è proprietario (DoraWare), altrimenti è possibile utilizzare l’ormai datato ReplicatorG. Il modello PRO ha le stesse caratteristiche meccaniche e lo stesso volume di lavoro, ma è in grado di stampare un maggior numero di materiali (attualmente RS rivende solo la versione PRO). Anche questa stampante può essere una soluzione da considerare per chi è interessato ad avvicinarsi al mondo della stampa 3D pur con un budget limitato.
DaVinci Junior 1.0 di XYZPrinting
Non lasciatevi ingannare dal nome: la DaVinci Junior 1.0 non è una stampante prodotta in
Italia, ma una macchina taiwanese, prodotta da XYZprinting e venduta in Italia da Studica, Amazon e Next. La DaVinci Junior è una macchina desktop dall’aspetto piacevole e curato. Il telaio metallico è rivestito con delle coperture in materiale plastico che servono anche per chiudere l’area di lavoro. Un portello trasparente frontale permette di accedere al piatto di stampa. Nonostante l’ingombro esterno, la macchina offre un piccolo volume di stampa (150x150x150). L’estrusore è singolo con ugello da 0,4 mm e può lavorare con filamenti da 1,75 mm. Il piano di lavoro non è riscaldato così che sia possibile usare solo PLA. La precisione non è elevatissima e la minima altezza del layer è di soli 100 micrometri, anche se può arrivare a 400 (utile per stampe veloci e poco dettagliate). La DaVinci è ha un display LCD frontale ed è dotata di un lettore di schede SD. Per la stampa è possibile utilizzare anche un cavo USB collegato a un computer. Il firmware e il software di slicing sono proprietari (XYZwaree). La macchina è anche autolivellante e dotata di un sistema di carico automatico del filo. Anche questa si può considerare una macchina entry level per iniziare a sperimentare con la stampa 3D spendendo veramente poco.
Suggerirei che la stampante migliore per un maker è quella che ci si costruisce da soli.
Alcune indicazioni sulle logiche della stampa 3D: http://www.buonevacanze.org/3dPrinting.html