Arrivano conferme da Oltreoceano alle voci che davano HP proporre una piattaforma di stampa 3D a metallo nel 2018. Le ha date lo stesso management, durante l’annuale incontro con gli analisti.
Per il momento la società non ha chiarito se la tecnologia di stampa 3D sarà un’evoluzione del suo attuale processo di stampa a polimeri MultiJet Fusion che anima le stampanti 3D Jet Fusion, o qualcosa di nuovo.
Si sa, però, che sarà un processo basato su tecnologia proprietaria.
Una tecnologia che per il momento per HP rappresenta un costo che la società sostiene volentieri. Ceo (Dion Weisler) e top management convengono che la stampa 3D ancora non produce utili, anche se la performance di quest’anno è lusinghiera, ma è un “must have” per la società, considerata la capacità che ha di trasformare definitivamente il mercato manifatturiero.
Stephen Nigro, responsabile di HP per la stampa 3D ha detto che la società ha sviluppato un proprio approccio al 3D in metallo.
E ha fatto capire che la filosofia che introdurrà la nuova stampante sarà la stessa che ha animato le Jet Fusion a polimeri: trasformare la stampa 3D in metallo 3D in una produzione più vasta, per serie e grandi volumi.
Nigro ha poi ricordato che nel breve periodo HP metterà in vendita la stampante 3D a colori.
E quando avverrà, per il manager HP sarà l’unica azienda di stampa 3D sul mercato ca offrire parti meccaniche robuste e funzionali a colori.
Riguardo la tecnologia si fanno previsioni e molti puntano su un processo integrato fra fusione a letto di polvere e un processo a getto, praticamente come fa la MultiJet Fusion.
A mò di esempio, la oramai ex-startup Desktop Metal (che è partner di Stratasys) integra alcune funzionalità della MultiJet Fusion in un processo di spruzzo, mentre XJet integra i metalli direttamente nel getto di materiale attraverso nanoparticelle di metallo e ceramica.