Al recente Tct di Birmingham Fripp Design+Research ha mostrato Picsima, stampante 3D a silicone, con l’intento di attrarre nuovi investitori per sviluppare ulteriormente la tecnologia e renderla affidabile.
Fripp ha bisogno di raccogliere ancora mezzo milione di sterline per sviluppare ulteriormente il suo progetto.
Attualmente la tecnologia della Picsima è capace di creare pezzi di silicone, ma lo stesso ceo della società, Tom Fripp, riconosce che non sono sufficientemente accurati o affidabili per poter andare in produzione su larga scala.
La società di Roterham al momento sta sviluppando due macchine alla volta e per facilitare le verifiche promette di fornire modelli stampati in silicone a chi gli invierà i propri file.
Il senso è di testare il prodotto sul campo già durante lo sviluppo, per avere feedback anche su quali oggetti si potrebbero creare e non soltanto sulle capacità tecnologiche.
Per ora l’interesse prevalente attorno al silicone è sulle protesi mammarie, auricolari e apparecchi acustici.
Per la casa inglese è tutto sommato facile procurarsi le materie prime. Per Fripp sono tre gli elementi necessari per ottenere un silicone stampabile: l’olio di silicone grezzo, uno strumento per stabilire la morbidezza della gomma da creare e un catalizzatore a iniezione per accelerare il tempo di indurimento.
Con un simile processo si è in grado di produrre una grande varietà di oggetti diversi dalle parti in gomma molto difficile quelli molto morbido ed elastico.
La società di Roterham ha brevettato il processo all’inizio di quest’anno.
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