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Scribit, il robot italiano ringrazia il service

Makr Shakr, progetto nato nel 2013 da un’idea di Carlo Ratti, professore al MIT, architetto e inventore, è poi diventato una società diretta da Emanuele Rossetti che ha investito nel progetto Scribit, affidato all’ingegnere Andrea Bulgarelli come responsabile di un progetto che a oggi conta 2 sedi a Torino e 20 tra dipendenti e collaboratori.

Scribit è un piccolo robot che scrive sul muro, sul vetro o sulla lavagna bianca e cancella. Per farlo (sistema brevettato) utilizza pennarelli che devono automaticamente entrare in funzione in base ai colori del disegno o della scritta inviata tramite un’app: con una sorta di tamburo di pistola i pennarelli scorrono e si bloccano.

Poi il robottino deve poter cancellare quello che ha scritto: è stato individuato un inchiostro caratterizzato per trasformare il pigmento da colorato a trasparente non appena raggiunta la temperatura di 55°C.

Per far salire la temperatura della superficie scritta fino a 55° gradi la soluzione trovata da Bulgarelli e dal team è stata l’utilizzo di un dischetto ceramico con all’interno una resistenza elettrica, montato direttamente sullo chassis.

Dopo aver raccolto 2,4 milioni di euro dal crowdfunding, Scribit doveva consegnare i primi pezzi fine 2018.

Ma a poche settimane dalla scadenza è stata aggiunta una miglioria per resettare completamente la memoria di Scribit. Si decide che sarà inglobata nella guida luce per cui se ne progetta una nuova con un design tale da incorporare il tasto.

La guida luce è quella parte visibile del case esterno che si illumina con colori diversi a seconda delle attività che compie Scribit, dalla ricezione del file da riprodurre sul muro fino alla cancellazione del testo.

La guida luce deve lasciar passare la luce dei LED presenti sulla scheda del computer fino all’esterno, il materiale deve pertanto essere trasparente e uniforme, così da ottenere un effetto di luce omogenea.

La complicazione stava nel trovare un fornitore che in poche settimane fosse in grado di consigliare la migliore tecnologia di produzione, il migliore materiale da impiegare e capace di fornire 500 pezzi, senza la possibilità di sbagliare per non compromettere la deadline dell’intero progetto.

Bulgarelli ha contattato Protolabsche è riuscita a mettere in campo tutte le forze di una produzione che combina 3 tecnologie, stampa 3D, lavorazione CNC e stampaggio a iniezione, e in 3 settimane dall’ordine ha consegnato 150 pezzi della guida luce, pronti per essere montati su Scribit“.

L’ingegner Sara Rinoldi, Application Engineer di Protolabs, in una nota spiega che “In meno di 24 ore Bulgarelli aveva in mano il preventivo e una prima analisi di fattibilità che gli ha dato la possibilità di dare avvio al progetto. Nelle successive 3 settimane sono state apportate 15 modifiche al design in modo da evitare spessori inutilmente elevati, problemi di sottosquadro e migliorare i dettagli. È stato anche possibile fornire un pezzo stampato in 3D per testare la forma ed il materiale. Tali interazioni, hanno permesso di ottenere il design definitivo del componente già pronto per essere stampato, senza dover aspettare modifiche agli stampi o ulteriori prove sui materiali”.

La pre-serie constava di 150 pezzi ed è stata prodotta e spedita in 12 giorni lavorativi: combinare nello stesso stabilimento produttivo sia le lavorazioni CNC che lo stampaggio a iniezione, ha permesso a Protolabs di produrre internamente lo stampo in alluminio che è successivamente impiegato per stampare i pezzi a iniezione.

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