Zeppelinmaker torna sull’argomento degli scanner 3D autocostruiti con una nuova soluzione più soddisfacente di quella prospettata nel precedente articolo.
Un po’ scoraggiato dai risultati offerti dal programma makerscanner, ho provato a utilizzare il sensore Kinect di Microsoft come scanner 3D con risultati soddisfacenti. Prima di tutto me ne sono procurato uno: l’ho cercato su ebay, dove è possibile acquistarlo a meno di cinquanta euro. Serve poi un software per poter fare la scansione. Il sensore Kinect è dotato di una telecamera e altri dispositivi per determinare la profondità delle immagini. Esistono due modelli di Kinect: la versione per XBox360 e una versione per Windows dotata di SDK (cioè del software e delle librerie per sviluppare programmi). Esistono alternative a Kinect, come il sensore ASUS Xition.
Non avendo un computer con Windows, la mia preoccupazione maggiore è stata quella di trovare una soluzione per Linux o Mac. Cercando su Google ho trovato tre programmi: Skanect, Scenect e ReconstructMe. Di questi solo Skanect è utilizzabile anche su Mac.
Skanect richiede una licenza, altrimenti si può utilizzare liberamente, in versione gratuita, con alcune limitazioni. La licenza non è molto costosa: 99 euro. Tra l’altro ho visto utilizzare il programma presso il centro ricerche di Ispra e mi era sembrato semplice ed efficace. Ho scaricato il software e l’ho testato nel mio laboratorio.
Con mia sorpresa, su Mac, non ho dovuto installare nessun driver e il programma ha riconosciuto immediatamente il Kinect. Il processo di scansione è organizzato in cinque step. Come prima cosa è necessario fornire qualche settaggio iniziale, selezionando il tipo di scena o oggetto che si desidera riprendere: oggetti, stanze o persone.
Il secondo step è la registrazione della scena. Ho appoggiato la mia tazza preferita (quella di WhyMca) su uno sgabello e ho liberato lo spazio circostante.
Mi sono preparato a camminare attorno alla scena e ho avviato la scansione. E’ necessario camminare lentamente e verificare che il “soggetto” sia sempre inquadrato. Probabilmente per piccoli oggetti si potrebbe usare un piatto girevole di quelli usati nei ristoranti cinesi.
Al termine delle riprese l’oggetto è ricostruito nella fase “reconstruct”. Nel passo successivo possiamo intervenire sulla scansione con alcuni tool per semplificare la superficie, per chiudere buchi o aggiungere i colori. Ecco la tazza di whymca!
Ho provato poi a eseguire la scansione del laboratorio. Non sono stato molto preciso e l’ho fatto di notte con scarsa luce, ma il risultato è interessante.
Al termine del lavoro possiamo esportare il file prodotto. Se la versione è quella gratuita, il file può avere al massimo 5000 facce.