Giovanni Re, community manager di Roland Dg Mid Europe ci ha illustrato il concetto “be fab” che la società nipponica ha inteso trasmettere alle migliaia di giovani che hanno affollato la Maker Faire di Roma.
Una linea di pensiero che non solo porta a divulgare tecnologie create da Roland per realizzare prodotti in modo aperto, ma soprattutto ad abbracciare un’attitudine: quella a non fermare l’immaginazione.
Non a caso a Re piace ricordare come una fresatrice Roland fu usata per creare la prima stampante 3D negli Stati Uniti. E parte di questo concetto “no limit” è appunto anche la stampa 3D.
Ma in un modo non classico o convenzionale, tiene a specificare Re. Piuttosto lo fa diventando parte di un ambito di complementarietà con altri strumenti.
Per la creazione di oggetti, infatti, la società segue anche la strada del Subtractive Rapid Prototyping (prototipazione rapida sottrattiva), una tecnica che vuole andare a vantaggio della multimaterialità.
Ed è per questo che la stampante proposta da Roland viaggia di fatto abbinata a una fresa.
La linea monoFab, (che trae il proprio nome dalla parola giapponese monozukuri, ossia arte di fare oggetti, e dal concetto di desktop Fabrication), è infatti composta da un modellatore (Srm-20) e da una stampante 3D (Arm-10) che insieme vogliono essere utili al creatore di oggetti (che può essere un designer, un tecnico, ma anche un Fablab o una scuola), per realizzare prototipi funzionali.
La stampante Arm-10 usa tecnologia Dlp (Digital Light Processing) per creare oggetti in resina su un’area di 13X7X7 cm.
Il Roland Srm-20 è un modellatore 3D da tavolo a tecnologia sottrattiva, che ha uno speciale mandrino di modellazione, sistema di aggancio utensile, elettronica e meccanica di alta precisione. Può fresare legni chimici, resine acriliche, Pcb, resine in ABS e cere da modellazione.
Insieme creano e rifiniscono un prototipo.