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Come prototipare un decespugliatore

Un decespugliatore è un oggetto pensato e progettato in ogni dettaglio, dal motore, al più piccolo compente in materiale plastico.

Un lavoro di ricerca e sviluppo approfondito e continuo, tanto che un nuovo prodotto, dal suo concept iniziale all’immissione nel mercato, impiega mediamente 2 anni e mezzo.

Ci sono momenti però in cui i tempi normali dello sviluppo di un prodotto devono essere contratti per rispondere rapidamente alle esigenze dei clienti o per migliorare un prodotto già presente nel mercato.

È il caso di Emak, società italiana attiva nella costruzione di utensili per il giardinaggio e macchine per la piccola agricoltura, gruppo che ha più di 1500 dipendenti dislocati su 3 stabilimenti produttivi ed è presente in circa 60 paesi.

«Da vari feedback ricevuti dai nostri rivenditori scoprimmo che uno dei modelli di decespugliatore andava migliorato – ha detto Luca Tamagnini, Progettista della divisione prodotti portatili da giardinaggio di Emak – ma non avevamo i canonici 30 mesi per lanciare un nuovo prodotto, ne avevamo solo 18 per migliorare il prodotto, realizzare i prototipi, testarli sul campo, apportare le eventuali migliorie e riuscire a completare la fase di collaudo esattamente 1 anno prima rispetto allo standard. Alcune fasi sapevamo già di non poterle ridurre, come il test di usura sulle ore effettive di utilizzo o la fase di presentazioni ai rivenditori, su tutte le altre abbiamo dovuto studiare la migliore soluzione possibile che mantenesse qualità e velocità di realizzazione. Per quanto riguarda i prototipi ci siamo rivolti a Proto Labs».

Il rilancio del decespugliatore era stato necessario perché si dovevano ridurre il peso e le  dimensioni della macchina, giudicata da tanti clienti ingombrante e pesante, soprattutto trattandosi di una macchina riservata per un uso professionale con molte ore di utilizzo ogni giorno.

Il peso e le dimensioni andavano ridotte su tutte le componenti del decespugliatore, ad eccezione del motore, unica delle componenti originarie che andava mantenuta inalterata perchè studiare un nuovo motore avrebbe comportato un ulteriore aggravio in termini di tempo.

Il vincolo del mantenimento del motore influiva anche sulla scelta dei materiali e sugli ingombri, in quanto il design e il materiale, come la carenatura, il serbatoio, il filtro dell’aria, dovevano superare lo stress termico causato dalla prossimità con il motore.

Per ottenere una riduzione del peso e delle dimensioni si è in primis deciso di cambiare il polimero plastico tradizionalmente utilizzato, sostituendolo con un nuovo compound, peraltro da quel momento utilizzato su altre macchine.

Proto Labs è stata scelta da Emak perché in grado di fornire i pezzi sia sinterizzati sia ottenuti tramite lo stesso processo di produzione dei pezzi di serie entro pochi giorni dall’ordine, in più era flessibike nel poter utilizzare il compound fornito da Emak. Inoltre ha fornito un feedback in pochissimo tempo sul processo di stampaggio in serie.

Le analisi ed i pezzi stampati con Proto Labs hanno permesso di evidenziare eventuali errori di progettazione, che, sebbene il progettista cerchi di evitare è naturale che ogni tanto possano essere commessi.

In Emak questi prototipi fanno parte della cosiddetta fase beta. Sono prototipi, completi e funzionanti che vengono spediti ad un panel di testatori in Cina, Sud America e in Italia.

Questo nuovo modo di lavorare ha permesso a Emak di arrivare alla configurazione definitiva pronta per la “mass-production” del decespugliatore in tempi più brevi e con costi minori. Il risultato ottenuto ha evidenziato, inoltre, come questo nuovo approccio abbia diminuito drasticamente la difettosità riscontrata nelle macchine prodotte in serie.

Proto Labs è chiamata non solo a fare prototipazione di parti per macchine di dimensioni contenute, ma è coinvolta fin dalle prime fasi di sviluppo di un nuovo prodotto in vari settori, mettendo a disposizione le 3 lavorazioni disponibili (stampa 3D industriale, stampaggio a iniezione e lavorazioni con macchine CNC) così da poter ottimizzare i prototipi e fornire pezzi funzionali alla fase di collaudo, per contenere i tempi di immissione nel mercato nei nuovi prodotti.

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