Alla ToyFair di New York si sono visti i frutti della strategia con cui Mattel punta a rivedere tecnologicamente la propria offerta tradizionale, e che l’ha portata anche a collaborare con Google per aggiornare il View-Master.
Qui si parla della rivisitazione di un classico del produttore di giocattoli statunitense, il Creepy Crawler (La fabbrica dei mostri, in Italia), conosciuto anche come ThingMaker.
Siamo alla terza generazione del giocattolo che “fa le cose” di Mattel. La prima fu negli anni 60, la seconda nei 90. Era un dispositivo con cui i bambini fabbricavano i propri piccoli oggetti (in genere, appunto, mostriciattoli), versando resina liquida in stampi di metallo, da passare poi in un fornetto.
L’odierno ThingMaker di Mattel è invece una stampante 3D in PLA che costa 300 dollari e che si controlla con un’app di iOS e Android, la ThingMaker Design.
L’applicazione si occupa di gestire le attività di stampa, in sicurezza, e permette di utilizzare vari modelli già preparati per la stampa 3D. Si dice che abbia un’usabilità simile alla app di Autodesk Tinkerplay (l’avvio della partnership fra Autodesk e Mattel risale a un anno fa).