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Panasonic: così la digitalizzazione trasforma il settore portuale

Luca Legnani, European Vertical Marketing Manager di Panasonic Connect Europe, spiega perché i tablet rugged possono rivelarsi utili in ambito portuale.

Circa il 90% delle merci mondiali viene trasportato via mare; di queste, oltre il 70% è carico container, trasportato in 226 milioni di container spediti ogni anno su oltre 50.000 navi mercantili che operano negli oceani. Numeri piuttosto sbalorditivi. Non c’è quindi da meravigliarsi che la digitalizzazione dei nostri porti operativi – per migliorarne visibilità, produttività ed efficienza – sia un obiettivo primario per il settore.

Dai mercantili marittimi e dai terminal di spedizione, fino alle operazioni di stoccaggio, logistica e trasporto che consentono il movimento successivo delle merci, la trasformazione digitale è in corso in tutto il settore portuale. Ma per poter sfruttare i numerosi vantaggi della digitalizzazione (maggiore efficienza, produttività, velocità, controllo e visibilità), le aziende in ogni fase della supply chain devono digitalizzare i propri processi e dotare i propri team della tecnologia giusta.

Un elemento essenziale di questa trasformazione digitale è l’utilizzo di soluzioni mobili affidabili, dai dispositivi ai software, passando per le soluzioni montate sui veicoli.

I tablet rugged possono rivelarsi strumenti utili per ciascuno dei principali attori nei porti: i vettori marittimi possono utilizzarli per l’ispezione e il monitoraggio del carico e la documentazione. I terminali ne possono usufruire per le operazioni di scarico/carico, integrando i device nei diversi macchinari utilizzati per la movimentazione dei container, documentazione, supervisione delle operazioni a terra e supervisione delle petroliere. I servizi logistici per il monitoraggio e la supervisione delle operazioni a terra, nonché per comunicazione e documentazione. Il trasporto terrestre per l’autenticazione, la firma del carico e la navigazione. Infine, possono essere utilizzati dai servizi tecnici per comunicazione/trasferimento dati, stato attività, supporto remoto e procedure di firma.

In questo scenario, è evidente che un passaggio fondamentale risiede nella selezione dei dispositivi giusti, adatti a queste molteplici applicazioni e soprattutto in grado di sopportare condizioni di utilizzo ampiamente variabili, e a volte anche estreme.

Cosa cercare quindi in un dispositivo mobile, al momento di selezionarlo per l’utilizzo in ambito portuale?

  • Robustezza: i dispositivi devono essere resistenti alle cadute e impermeabili alla polvere, disporre di touchscreen abilitati per l’utilizzo con i guanti e sotto la pioggia e resistere alle vibrazioni e alle temperature estreme che si verificano regolarmente negli ambienti portuali.
  • Autonomia: affinché l’accesso all’alimentazione non sia mai un ostacolo alla produttività, è fondamentale disporre di un’autonomia prolungata della batteria, capace di coprire un intero turno di lavoro, e preferibilmente in combinazione con tecnologia hot-swap per una maggiore operatività.
  • Facilità di utilizzo: leggerezza ed ergonomia, oltre alla presenza di lettori barcode, possono contribuire anche a ridurre il rischio di Repetitive Strain Injury.
  • Connettività costante: una connettività wireless ottimale consente un accesso costante a importanti informazioni sui carichi, la programmazione e la comunicazione delle consegne, così come la possibilità di acquisire e condividere informazioni.
  • Soluzioni su misura: soluzioni veicolari e opzioni personalizzate per soddisfare le esigenze specifiche di ogni applicazione.

Tutte caratteristiche tipiche dei dispositivi della gamma Toughbook, punto di riferimento nel mondo professionale per notebook e tablet rugged da oltre 20 anni.

Per maggiori informazioni rispetto ai Toughbook Panasonic e al loro utilizzo in ambito portuale, è possibile visitare il sito dell’azienda.

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