Home Cybersecurity Integrazione IT/OT, vantaggi operativi e rischi per la sicurezza

Integrazione IT/OT, vantaggi operativi e rischi per la sicurezza

Il punto di vista di Roya Gordon, OT/IoT Security Research Evangelist di Nozomi Networks, sulla crescente diffusione di dispositivi IoT in azienda.

Sebbene le vulnerabilità IoT interessino potenzialmente tutte le infrastrutture critiche, sono i settori manifatturieri ed energetici ad essere i più vulnerabili; le interruzioni in questi ambienti possono causare effetti catastrofici come il fermo dei processi con conseguente perdita di entrate, danni alle apparecchiature o problemi di sicurezza.

Questa connettività e i problemi di sicurezza ad essa associati si estendono ora ai sistemi cyber-fisici in rete, alle integrazioni IT/OT, all’automazione degli edifici, e così via.

Inoltre, le stime indicano che prima della fine del 2023 ci saranno fino a 3,2 miliardi di dispositivi IoT 5G connessi a Internet.

Il 5G rappresenta un moltiplicatore di minacce per il futuro dei dispositivi e degli ecosistemi IoT, che può essere efficacemente sfruttato per generare attacchi DDoS (Distributed Denial of Service).

Roya Gordon, OT/IoT Security Research Evangelist di Nozomi Networks
Roya Gordon, OT/IoT Security Research Evangelist di Nozomi Networks

Se l’IoT contribuisce all’efficienza dei processi, crea comunque ambienti molto complessi, perché si sta introducendo una tecnologia che colma il divario tra l’IT e la tecnologia operativa, la rete OT.

Una delle sfide più impegnative è che l’implementazione di dispositivi IoT non sicuri negli ambienti industriali crea un ulteriore vettore di accesso per gli attori delle minacce, che diventano tre: possono accedere all’IT tramite spear phishing e poi trovare un punto di snodo nell’OT; accedere a un dispositivo IoT utilizzando un port scanner, oppure accedere direttamente ai sistemi di controllo industriale, probabilmente tramite un 0-day, e causare un’interruzione.

In altre parole, l’IoT può essere un’altra porta d’accesso alla rete, se non adeguatamente protetta.

Inoltre, le botnet IoT sono una minaccia costante alla fedeltà dei dispositivi IoT perché sono costantemente alla ricerca di vulnerabilità e si concentrano sulle tecniche per mantenere l’accesso, in molti casi mascherandosi da utenti legittimi.

In conclusione, non solo l’IoT è insicuro di per sé, ma esistono già forme di minaccia attive e quanto mai reali che lo prendono di mira.

Come è possibile affrontare questa problematica cercando di ridurre i rischi potenziali?

Gli aspetti da considerare sono diversi:

  • Monitoraggio della rete/controllo degli accessi: utilizzare una soluzione in grado di integrare l’IoT con i prodotti per il controllo degli accessi alla rete (NAC) e di evidenziare i maggiori rischi potenziali in tempo reale.
  • Asset management: adottare un meccanismo di gestione degli asset che fornisca dati in tempo reale (dati sulla posizione delle zone e della rete, ciclo di vita e informazioni sulle patch).
  • Segmentazione: implementare firewall in grado di isolare/bloccare le attività anomale o associate a malware (collocando gli asset IoT critici o vulnerabili in VLAN dedicate, in grado di configurare una DMZ).
  • Gestione delle vulnerabilità: definire un processo che consente ai proprietari degli asset di dare priorità alle patch degli asset più vulnerabili, per ridurre l’esposizione complessiva al rischio e aumentare la resilienza.

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