Da una recente analisi di Unioncamere e del centro studi Tagliacarne, emerge che le imprese del settore manifatturiero sono pronte a investire non solo in digitalizzazione ma anche in sostenibilità, puntando a un vero e proprio salto di qualità; secondo le stime effettuate, infatti, questa transizione “gemella” potrebbe aiutare le aziende a incrementare la propria produttività del 14%: è quanto sta portando avanti CFS Europe (gruppo Camlin Fine Sciences Ltd), multinazionale fra i primi quattro player mondiali di difenoli e derivati, oltre che di antiossidanti tradizionali e naturali – tra cui NaSure, antiossidante 100% naturale estratto dal rosmarino – con l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2025, che ha da tempo attuato la duplice transizione.
In uno scenario come quello attuale, riuscire a rimanere competitivi è diventata una vera e propria sfida, che è possibile affrontare solo aumentando e potenziando le tecnologie a disposizione per supportare il business. La digitalizzazione è la chiave della modernizzazione e rimane una delle leve fondamentali per lo sviluppo dell’ecosistema aziendale a tutti i livelli.
Le tecnologie innovative e la digitalizzazione dei processi produttivi oggi a disposizione consentono di raggiungere obiettivi prima impensabili, ottimizzando tempi e costi, permettendo così maggiori investimenti dedicati allo sviluppo aziendale e al welfare.
Massimo Cupello Castagna, Amministratore Delegato di CFS Europe, commenta: “Tecnologia e sostenibilità sono i driver del nostro piano di sviluppo. Credo fortemente che i due ambiti non possano più essere separati, ma debbano procedere su binari paralleli per puntare a un business sempre più efficiente, competitivo e rispettoso per l’ambiente.
Secondo quanto evidenziato dallo studio di Unioncamere, sempre più imprese si stanno focalizzando sull’acquisizione di competenze adeguate, attraverso attività formative di up-skilling e reskilling dedicati ai dipendenti e formazione manageriale in tema di nuovi modelli di business. Quando la trasformazione tecnologica e sostenibile viene combinata anche con una formazione continua del capitale umano, la ricaduta positiva in termini di produttività può arrivare fino + 17%.
È importante, però, puntare su una digitalizzazione intelligente che sia flessibile e in grado di adattarsi alle continue evoluzioni del mercato, che molto spesso si manifestano repentinamente. Per quanto concerne il nostro settore, è necessaria una digitalizzazione che ci permetta di avere il controllo su eventuali interruzioni e criticità e che ci garantisca la possibilità di intervenire in tempo reale per non compromettere la continuità del business e non gravare sulle attività quotidiane e i turni di lavoro”.
Il progetto intrapreso da CFS Europe – nato dall’esigenza di ottimizzare il processo e prevenire guasti agli impianti – è stato sviluppato con la società Kode e ad oggi sono state completate le prime due fasi.
La prima fase ha permesso alla creazione di un data collector dove saranno raccolti dati real-time di processo (2000 segnali), i risultati analitici di circa 100 punti di campionamento, le attività di manutenzione gestite da un software CMMS e cause e durata di fermi impianto.
Nella seconda fase sono state individuate con successo le correlazioni con i principali indicatori di performance, quali consumi energetici e consumo di materie prime, e dati raccolti dal sistema.
L’attività fin qui svolta – sottolinea CFS Europe – permetterà di dare l’avvio alla terza fase nella quale sarà creata una piattaforma di “Real-time process monitoring and alert” grazie alla quale sarà possibile prevedere potenziali guasti e intervenire prima che si verifichino cali prestazionali o aumento di consumi energetici. Il miglioramento della pianificazione, oltre a garantire maggiori rese produttive, permetterà di limitare gli interventi imprevisti e per maggior tutela dei lavoratori.