Dopo la Brexit in UK si prova a fare il punto anche sulla digital fabrication vista dal basso.
Il sapere artigianale tradizionale, quello che è molto forte in Italia, ha aspetti vincenti anche in UK. Un altro elemento molto forte di quelle terre che si aggiunge è il pragmatismo, essenziale quando nuovi saperi si aggiungono a quelli già noti.
Non deve quindi stupire se in UK si ritiene che l’incrocio del making artigianale con quello digitale sia stato finora sottovalutato, e che dall’incrocio usciranno forme di artigianato completamente nuove e a grandissimo valore aggiunto. Questa tesi è stata analizzata nel report “Innovation through craft: opportunities for growth”, sviluppato dalla Kpmg per conto del Craft Council Uk.
La stessa tesi è tra quelle che ispirano la Maker Faire Rome – The European Edition, la cui prossima edizione si terrà nella Capitale a metà ottobre.
La Mfr ha infatti organizzato una sezione dedicata alla nuova idea di manifattura, capace di mescolare analogico e digitale in forma completamente nuova.
“Imprese, maker e artigiani che hanno intrapreso un percorso di innovazione come quelli descritti dal rapporto devono solo farsi avanti”, scrive Stefano Micelli, uno tra i principali consulenti della Faire; “le candidature sono passate attraverso la Call for New Manufacturing”.
Pragmaticamente, il rapporto identifica alcuni elementi da considerare nello sviluppo dei nuovi processi. E’ ovviamente necessario che i saperi si parlino, che vengano sostenuti economicamente e che siano compresi nella proposta scolastica e formativa.
[…] e inserita nel programma della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano. Curata da Stefano Micelli, docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Ca’ Foscari a Venezia e […]