Scanalb è specializzata in scansioni e stampa 3D. I suoi punti di forza? La realizzazione di “autoscatti tridimensionali” e la riproduzione fedele in 3D di opere d’arte.
In questa congiuntura in cui tante aziende chiudono i battenti, dalle tipografie ai negozietti di prossimità, è bello poter scrivere di realtà che nascono, crescono e hanno le idee chiare su come creare un business sostenibile sfruttando tutto quello che possono offrire le nuove tecnologie. È il caso della società palermitana Scanlab, fondata da quattro professionisti provenienti dal mondo della fotografia, della grafica e della modellazione 3D: Enzo Alessandra, Alberto Culotta, Luca Giacalone ed Emanuele Trapani. Hanno combinato le loro competenze e il meglio dell’innovazione tecnologica che offre il mercato per proporre servizi che spaziano da quelli più “tradizionali” (è curioso che oggi si possano definire tradizionali cose che appena ieri erano avanguardia), come le applicazioni di realtà aumentata e il potenziamento di siti web con modelli tridimensionali interattivi, a quelli più nuovi come la scansione e la stampa 3D di qualsiasi tipo di oggetto di piccole e grandi dimensioni, la prototipazione rapida, la scansione di opere d’arte per ricavarne modelli stampati con tecnologie additive assolutamente fedeli. E, per strizzare l’occhio al mercato, anche la proposta di selfie, quelli che nel mondo 1.0 si chiamavano autoscatti, in 3D. Da regalare a fidanzati o da mettere addirittura sulla torta nuziale.
Compagni di viaggio
«La nostra realtà nasce per caso circa un anno fa – ci racconta Alberto Culotta, modellatore 3D – dall’incontro casuale con altri tre compagni di viaggio dalle professionalità più svariate. Spinti dalla voglia di cambiare e innovare in un territorio difficile come la Sicilia, abbiamo deciso di cominciare a studiare e sperimentare tecniche di scansione e modellazione 3D, il tutto abbinato alla possibilità di concretizzare questa fase con la stampa tridimensionale. Le differenti professionalità ci hanno permesso di pensare di offrire servizi integrati che abbracciano il mondo del web e delle nuove tecnologie sopra citate».
Selfie da top cake
Che, tradotto in italiano, sarebbero le statuine degli sposi che campeggiano sopra ogni torta nuziale che si rispetti. Come da tradizione sono giovanotti di bell’aspetto e vestiti bene, ma che non hanno mai nulla da spartire con gli sposini veri perché sono statuine preconfezionate generiche. Perché allora non sfruttare le possibilità offerte da scanner e stampa 3D per realizzare delle vere e proprie miniature di chi sta convolando? Ed è prorpio quello che hanno fatto i quattro di Scanlab. «Stiamo sviluppando – racconta Culotta – un prodotto alla portata di tutti, tale da permettere di avvicinare le persone comuni a un argomento sempre più in vista come la stampa 3D. Nello specifico si tratta di realizzare la riproduzione di selfie sposi da utilizzare come top cake nel giorno più importante per una coppia, che potrà così avere una vera e propria “fotografia 3D” che resti nel tempo come ricordo di quel momento. Il procedimento avviene tramite acquisizione dei soggetti tramite tecniche differenti (laser e fotogrammetrica), ma anche da referenze fotografiche qualora i soggetti non possano essere presenti in carne e ossa presso la nostra sede. Il modellatore crea l’oggetto 3D degli sposi da poter poi stampare nel materiale e nelle metodologie richieste».
L’obiettivo vero è l’arte
Se i selfie da sposi sono un modo per diffondere la tecnologia, dare visibilità a Scanlab e probabilmente anche per fare cassa, l’intenzione vera e in un certo qual modo più alta della società palermitana è un’altra, come afferma Culotta: «Ovviamente quella dei selfie è solo una piccola parte della nostra attività, perché l’obiettivo è quello di operare nell’ambito del restauro e salvaguardia dei beni culturali, nel cinema, nel sociale e nella formazione. La parte relativa ai beni culturali è stata quasi automatica e alla base della creazione del gruppo, vista la ricchezza del nostro territorio ma anche dalla professionalità di restauro di Enzo Alessandra, uno dei componenti del gruppo. Relativamente al selfie 3D per torte nuziali pensiamo di aver individuato un settore di mercato che possa permettere alla gente di avvicinarsi a queste nuove tecnologie in modo divertente e giocoso, ma al tempo stesso permettendoci di far comprendere la potenzialità di sviluppo di questi strumenti di cui il solo limite è la fantasia».
I ferri del mestiere
Nel gruppo di Scanlab vi sono modellatori certificati Autodesk, per cui uno dei ferri del mestiere impiegati più volentieri è 3DS Max, ma viene usato volentieri anche Blender. Per lo slicing viene usato Cura. E per quanto riguarda le tecnologie impiegate per la stampa 3D? «Tramite un accordo con un’azienda produttrice italiana – spiega Culotta – il nostro approccio iniziale ha avuto come principale interlocutore una stampante FFF quindi a fusione di filamento di polimeri di plastica (PLA e ABS), ma grazie ad ulteriori partnership siamo nelle condizioni di stampare con polveri di gesso in quadricromia, in resina monocromatica. Sicuramente per ciò che riguarda le riproduzione di beni culturali cerchiamo di operare con la stampa in resina o con il gesso a colori per rendere fedele la riproduzione dell’opera. Nel caso dei selfie 3D adottiamo un tipo di stampa in polimeri di plastica, poi dipinta a mano, oppure direttamente la stampa in gesso in quadricromia per dare ancora più realismo alle sembianze degli sposi».
Pensare in modo diverso
«Quello della stampa 3D – dice Culotta – è un mercato che sicuramente desta molta curiosità. Fortunatamente anche realtà italiane hanno deciso di produrre nel nostro Paese, ma c’è ancora molto da fare sulla percezione che la gente comune ha di questi strumenti, che sono ancora non pienamente utilizzabili da tutti. Le stampanti 3D hanno ridato anche vita e creato nuove figure professionali che credo verranno sempre più richieste vista l’alta specializzazione necessaria per realizzare anche solo dei prototipi. Questo permetterà comunque di dare la possibilità a chiunque di realizzarsi o farsi realizzare un oggetto magari solo immaginato fino a quel momento». Uno dei motti preferiti di Scanlab è possiamo riprodurre qualsiasi oggetto in maniera precisa e funzionale. Chiediamo a Alberto Culotta a chi è rivolta, di preciso, questa frase. «Ci piacerebbe che le istituzioni iniziassero, in generale, a prestare attenzione a un settore che potrebbe essere il nuovo volano dell’economia del nostro paese, che potrebbe ritornare in modo nuovo e moderno a far parlare dell’artigianato, ma anche del nuovo artigianato digitale. Ma per rispondere in dettaglio alla domanda, possiamo dire che chiunque può rivolgersi a noi, basta pensare in modo diverso da come fino a ora è stato fatto. Ogni settore, ogni professione può trovare pieno appoggio su questa tecnologia, dalla moda, al cinema, alla cultura, al gioco».
La placca africana sulla tesina
A un’azienda come Scanlab immaginiano arrivino richieste anche piuttosto strane e particolari circa la stampa 3D. «Quella che al momento ci ha colpito maggiormente, anche se può sembrare banale – conclude Culotta – è stata la richiesta di una mamma che seguendo i nostri esperimenti sulla nostra pagina Facebook, ha avuto l’idea di voler far fare una bella figura alla propria figlia che doveva sostenere gli esami di terza media, chiedendoci di realizzare semplicemente una riproduzione della placca africana da aggiungere alla sua tesina. Ci ha ovviamente colpito l’intraprendenza e l’iniziata che ha avuto sfruttando la propria fantasia, in modo differente rispetto anche ad alcuni professionisti che hanno magari mostrato un po’ di scetticismo sui possibili risultati. Quindi diciamo ancora una volta che possiamo riprodurre qualsiasi oggetto e aggiungo di nuovo che il solo limite è la fantasia».
© Tecniche Nuove/New Business Media – Le foto di questo articolo sono © Scanlab