Un braccio robotico rivoluzionario.
Così +LAB, il laboratorio di stampa 3D del Politecnico di Milano, con sede presso il Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta”, definisce la sua ultima creatura, Atropos.
Un nome non certo casuale, visto che fa riferimento al mito delle Moire o delle Parche, scelto per descrivere un braccio robotico a sei assi, ispirato al baco da seta per la sua capacità di produrre utilizzando minime quantità di materia prima, e controllato dall’intelligenza di algoritmi speciali.
Atropos si muove nello spazio depositando una fibra continua di materiale composito ed è stato realizzato in collaborazione con KUKA per gli aspetti robotici e con Owens Corning, per le fibre di vetro.
La peculiarità di Atropos da un lato risiede nel fatto di non richiedere stampi, dall’altro nelle caratteristiche dei materiali compositi utilizzati: un connubio che apre nuove possibilità in ambito produttivo.
La scelta di realizzare un braccio a sei assi consente movimenti altrimenti impossibili, mantenendo nel contempo la testa di stampa libera dal carico di eccessivi meccanismi: Atropos è in grado di depositare le fibre seguendo le sollecitazioni, con un’ottimizzazione maggiore sia in termini di prestazioni, sia in termini di consumo dei materiali.
E proprio i materiali hanno un ruolo chiave nel progetto: si usano fibre di vetro e di basalto incorporate in una resina acrilica fotoinduribile. Sono materiali anisotropi, che mostrano cioè resistenza alla trazione e all’allungamento, offrendo nel contempo minore resistenza alla compressione e alle sollecitazioni meccaniche perpendicolari.
+LAB è comunque al lavoro su ulteriori materiali, come le resine epossidiche o il basalto, così come i lavori sono in corso sulle tecniche e sulla velocità di stampa, già nettamente migliorata rispetto ai 5 millimetri al secondo della fase iniziale.
L’idea è quella di aprire nuova possibilità per la stampa di materiali leggeri con elevate caratteristiche di resistenza.